Trovare bobine di carta per stampare i giornali, e i periodici, è sempre più difficile, e sempre più costoso. “Sono 43 anni che lavoro nel settore della carta, e non ho mai visto quello che sta succedendo in questi mesi”. Antonio Capelli, rappresentante per l’Italia della Cartiera Perlen di Lucerna, uno dei poli produttivi più grandi d’Europa – 400.000 tonnellate all’anno di carta per giornali e 300.000 tonnellate all’anno di LVC per riviste – va dritto al cuore del problema. “I prezzi, prima di tutto, che sono alle stelle.” In dodici mesi sono raddoppiati, e potrebbero non essere ancora arrivati al picco. Ad esplodere sono stati i costi di produzione. Le cartiere sono imprese “energivore”, ed il +600% nei costi del gas ha lasciato un segno pesantissimo. “Poi ci sono gli aumenti dell’elettricità e dei trasporti”. Nella sola Europa, il lockdown ha portato al licenziamento di 250.000 camionisti. Quelli che restano, hanno aumentato le tariffe, alle quali si sommano i costi per i carburanti. “A febbraio del 2022, spedire un carico di carta da Lucerna a Milano costa quattro volte di più di quello che costava 12 mesi orsono”. Poi ci sono i volumi che, se pur non collegati direttamente ai costi di produzione, sono l’altra faccia della medaglia. La domanda di carta per uso editoriale è diminuita. “Tutte le grandi cartiere si sono trovate ad affrontare una scelta legata alla sopravvivenza stessa dei poli produttivi. O chiudere intere linee produttive, o riconvertirle da carta editoriale a ondulati per imballaggi”. Nonostante i costi per la trasformazione, la scelta è stata quasi obbligata, visto anche l’impennata della domanda legata al commercio on line durante il lockdown globale. La riconversione ha ridotto i volumi di bobine disponili. “Oggi la domanda è stabile. È l’offerta che si è ridotta”. Dove andremo a finire? “La dinamica dei prezzi non è legata ai volumi prodotti. Bisognerà seguire i processi di razionalizzazione dei costi”. È possibile – soprattutto se si troveranno soluzioni in tempi rapidi alla crisi dell’Ucraina – che nella seconda metà dell’anno i costi di produzione possano andare verso un adeguamento su valori inferiori, trascinando al ribasso anche il prezzo della carta. Per il periodo che va da ora fino a settembre “restano valide due indicazioni di carattere generale. Consolidare i rapporti di partnership fra fornitori e clienti, che rappresentano sempre una barriera difensiva nei momenti di difficoltà, e sviluppare processi di razionalizzazione nell’industria della stampa”. Il consolidamento di poli produttivi e “la concentrazione di più prodotti su pochi, efficienti e qualificati centri stampa che operano anche in conto terzi, sono strategie efficaci che possono aiutare, sul piano economico e logistico, in tempi di forti tensioni sui prezzi dei materiali di consumo”.

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