Lo scorso 12 settembre è andato in distribuzione un numero speciale, e finora unico, del periodico francese Society, realizzato a cura di otto giornalisti rinchiusi in carcere in diverse parti del mondo, con accuse legate all’esercizio dell’attività professionale. L’iniziativa editoriale è nata in stretta collaborazione con Reporters sans frontières (RSF), l’organizzazione internazionale senza fini di lucro, fondata nel 1985 a Montpellier, in Francia, da quattro giornalisti, con l’obiettivo di lavorare per promuovere e difendere la libertà di informazione, e che oggi conta cento trentaquattro corrispondenti in tutto il mondo, e sette uffici internazionali, coordinati dal quartier generale di Parigi. Il numero speciale ha richiesto otto mesi di lavorazione, ed un’attività estremamente accurata per avviare i contatti con le famiglie, gli avvocati ed i gruppi di supporto dei giornalisti incarcerati in diverse zone della terra, quali Hong Kong, Guatemala, Cameron, Egitto, Iran ed India. Le pagine non raccontano le storie individuali dei detenuti ma, attraverso i temi trattati, che spaziano dalle crisi politiche alle violazioni dei diritti umani, sottolineano l’importanza ed il valore della libertà di stampa in Paesi dove questo valore, semplicemente, non esiste.

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